Storie di piante
Un’acacia come amica
Naturale Vs. Etico
Vi racconto la dolce storia di una formica innamorata della sua acacia, una storia d’amore tutta vegetale. In America centrale e in Africa troviamo uno straordinario esempio di mutualismo, una simbiosi tra un albero e una colonia di formiche, la Pseudomyrmex ferruginea dalle punture tra le più violenti al mondo.
In questo scambio, l’acacia offre vitto e alloggio. Un nettare, alimento completo, sgorga a volontà da pozzi che coprono l’intera pianta. All’estremità delle foglie sono prelevabili delle capsule arancioni, veri pasti mono-dose per le larve delle formiche. La formica trasferisce la capsula all’interno di una delle migliaia di spine, naturalmente cave, dove alloggia la sua famiglia, centinaia di larve affamate. Mancano solo i pannoloni…
La formica invece offre protezione. Un rampicante che ha la sfrontatezza di afferrare un ramo dell’acacia viene fatto a pezzi. Un erbivoro, cavalletta o giraffa che sia, che sbadatamente si avvicina viene risolutamente allontanato, ne costi la vita di centinaia di formiche. Ogni seme straniero che si schiude pacificamente al piede dell’albero viene spietatamente diserbato dando luogo alla leggendadei “giardini del diavolo”, grandi cerchi desolati attorno alla pianta.Che bella la natura! Magnifiche collaborazioni nascono tra esseri viventi così diversi! Straordinario! Mi dispiace deludere però, non è così, non è una collaborazione.
Nel nettare sono presenti potenti alcaloidi che assuefanno le formiche, rese tossicodipendente queste non hanno altra scelta che difendere il loro pusher. Nel caso le formiche non si dimostrano abbastanza aggressive la pianta riduce, immediatamente, la concentrazione di droga nel nettare. Se ancora la difesa non corrisponde ai criteri imposti dall’albero, esso rilascia sostanze neuro-attive che intensificano l’aggressività nell’animale spingendolo ad attaccare. Infine si osserva che il primo pasto offerto alla larva altera il suo apparato digestivo rendendola per tutta la vita incapace di nutrirsi di altro. Quindi se muore la pianta muoiono anche le formiche, di fame.Personalmente questa realtà mi ricorda come in Africa i cosiddetti Signori della guerra allevano i bambini soldati, rendendoli schiavi dalla più giovane età attraverso la tossicodipendenza, e aumentandone l’aggressività grazie ad altre sostanze psicoattive. Questi Signori della guerra vengono perseguitati dai tribunali non solo per il troppo zelo dimostratonello sconfiggere il nemico, ma anche per avere schiavizzato i propri giovani alleati. Le società occidentale sono anche esse macchiate di storie, magari meno conosciute, dove le droghe vengono generosamente distribuite ai soldati per aiutarli nel commettere il loro dovere.Ecco un comportamento “naturale” di una pianta che non ha niente di etico, tra noi umani questo genere di collaborazione si chiama schiavitù. Spesso si dice “Dovremo tornare alla natura”, io credo che dobbiamo iniziare a riconoscerla in noi.
Nel prossimo articolo inizieremo a commentare la differenza tra “naturale” e “etico”. In giardino l’uomo riscuota il suo essere parte della natura.
Buona domenica.
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